COMUNICATO STAMPA

La notizia è stata resa pubblica il 21 dicembre 2023. Elisabeth Borne, primo ministro del governo francese ha annullato il decreto di estradizione, firmato dal suo predecessore Edouard Philippe, nel marzo 2020, e convalidato dal Consiglio di Stato il 30 luglio 2021. A tale decisione è seguita subito dopo la revoca del controllo giudiziario, che ha ridonato così a François Compaoré la libertà totale.

Dopo la convalida del luglio 2021, gli avvocati di François Compaoré avevano presentato ricorso alla CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo). Il suo verdetto, il 7 settembre 2023, precisava: «La Corte conclude che vi sarebbe una violazione dell’articolo 3 della Convenzione1 nel suo aspetto procedurale qualora il decreto di estradizione venisse eseguito senza aver prima riesaminato la validità e l’affidabilità delle assicurazioni diplomatiche fornite dal Burkina Faso». Sottolineiamo la seconda parte di questa frase, che non viene mai citata dalla maggior parte dei media francesi e che invece pone una condizione prima di affermare che l’articolo 3 è stato violato. Nello stesso comunicato stampa, la Corte chiedeva alla Francia di riesaminare il caso, aggiungendo che l’attuale governo del Burkina Faso non aveva risposto alle osservazioni inviategli dalla CEDU il 19 ottobre 2022. Una grave negligenza contro la quale è insorto, con un comunicato, il CNPNZ (Centro Nazionale di stampa Norbert Zongo), mentre il governo burkinabè si è difeso, in un comunicato, sostenendo di non aver ricevuto alcuna richiesta da parte del governo francese.

In realtà la decisione della Francia è dovuta al deterioramento delle relazioni diplomatiche piuttosto che a quelle del trattamento dei detenuti. Nessuno scambio tra il governo francese e quello burkinabè è avvenuto dopo questo comunicato. A titolo d’esempio, Gilbert Diendéré, condannato per il tentato colpo di stato del 2015 e per l’assassinio di Thomas Sankara, è detenuto in buone condizioni, come può facilmente constatare qualsiasi conoscitore del Burkina Faso. Secondo le nostre informazioni, lui beneficia persino di permessi d’uscita.

Dopo aver sottratto Blaise Compaoré alla giustizia del Burkina Faso, le autorità francesi decidono in questo modo di sottrarre anche François Compaoré alla giustizia del suo paese. Un Paese che si dichiara democratico non può permettere che una persona incolpata d’«istigazione all’omicidio» di un giornalista nell’esercizio della sua professione sfugga in questo modo alla giustizia.

La Rete internazionale Giustizia per Thomas Sankara, Giustizia per l’Africa protesta vivamente contro questa decisione e chiede, al mondo della stampa, alle forze democratiche in Francia di fare altrettanto.

Fatto l’8 gennaio 2024 a Niamey, Lorient, Paris, Ottawa, Toulouse, Bamako, Banfora, Bobo Dioulasso, Ouagadougou, Barcelone, Turin, Las Palmas, Dakar, Grenoble, Sabadell, Ajaccio.La rete internazionale Giustizia per Thomas Sankara, Giustizia per l’Africa.

Contatti : contactjusticepoursankara@gmail.com

1Questo articolo stabilisce che l’estradizione non può essere concessa se per l’accusato esiste il rischio di essere sottoposto a maltrattamenti, torture o condanna a morte.

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