Traduzione di Patrizia Donadello dal sito http://thomassankara.net/?p=314&lang=fr
Sam’s K Le Jah è un musicista e dj del Burkina Faso, paese duramente colpito dalla crisi economica mondiale e dalla corruzione politica, impegnato per la liberazione del suo paese dallo sfruttamento della classe dirigente e nella ricerca della verità sulla morte del presidente Thomas SANKARA.
E’ divenuto un mito nel suo paese, considerato dai suoi giovani ascoltatori il loro portavoce è visto sulle scene burkinabé come un guerriero. Conduce la trasmissione radiofonica «Zion Vibes, Roots» su Radio Ouaga FM http://www.ouagafm.bf/ che possiamo ascoltare anche in Europa in diretta tutti i venerdì dalle ore 22,00 alle 24,00 e la domenica dalle ore 13,00 alle 14,00.
<emb553|center>
Sama Karim, questo il suo vero nome, nasce in Costa d’Avorio agli inizi degli anni 70.
“Ho avuto dei genitori combattenti che hanno dovuto affrontare la miseria più grande per allevarci. Io faccio parte di quei bambini che non hanno mai festeggiato il compleanno, d’altronde ho dovuto aspettare sino alle CM2 per sapere la mia data di nascita . Mio padre è poligamo con molti figli. Ogni donna deve combattere per i propri figli e siccome mia madre è la prima moglie, lei aveva la responsabilità maggiore. Sin da piccolo ero cosciente che dovevo battermi per mia madre e gli altri miei fratelli e sorelle. Sono stato il più fortunato della famiglia perché ho avuto la possibilità di fare gli studi superiori grazie ad una borsa di studio. Oggi devo fare più cose allo stesso tempo per occuparmi della mia famiglia, dei miei fratelli e sorelle e naturalmente anche di altre persone attorno a me. Questo spirito comunitario e di condivisione ce lo ha trasmesso mia madre perché lei non faceva alcuna differenza tra i bambini. E’ stata la madre di tutti. E la linfa spirituale che ho in me viene da lei, lei passa tutto il tempo a pregare e digiuna almeno tre volte la settimana. Penso sia stato tutto questo a forgiarmi a farmi rifiutare le ingiustizie, le ineguaglianze e tutte le forme di violenza”.
Sin da piccolo si appassiona alla costruzione di strumenti musicali, comincia con barattoli di pomodoro a cui aggiunge pezzi di legno e fil di ferro e nel 1985 in piena Rivoluzione arriva in BURKINA FASO, suo paese d’origine, dove prosegue a Ouagadougou gli studi sino alla laurea nel 1992.
Racconta di se:
Pioniere nella rivoluzione, insieme a quei giovani scelti perché assicurassero di tramandarne lo spirito, sognava di diventare militare come il Capitano Thomas SANKARA. “La cosa importante – dice – è stato il fatto che in Costa d’Avorio avevamo una grande disistima del nostro paese, la Rivoluzione ci ha dato fiducia, fierezza e dignità .. fino a quando il nostro sogno è stato violentemente interrotto il 15 ottobre 1987”.
Già al Liceo si fa notare per le sue “vibrazioni” per Bob Marley che lo spingono ad organizzare l’11 maggio di ogni anno un “Marley day” attraverso poster e mostre che allestisce lui stesso. Dal 1992 al 1996 s’iscrive alla Facoltà di Lingue. E’ il bisogno di capire le sue parole che lo spinge a studiare la lingua inglese.
Oltre ad essere Professore d’inglese si dedica all’animazione radiofonica e alla musica, legge regolarmente la Bibbia e il Corano: “L’ispirazione che mi offre, mi permette di non essere estremo nelle mie posizioni” e s’interessa a personaggi come Gandhi, Malcolm X, Martin Luther King.
E’ nel 1995 che i responsabili di Radio Energie Ouaga lo sollecitano alla conduzione di una trasmissione Reggae. Dopo molte esitazioni, finisce per accettare e diviene il conduttore della trasmissione « Reggae Jam » che incontra rapidamente un pubblico vastissimo.
Sam’s K le Jah è anche musicista, da adulto s’innamora del suono della chitarra, ispirato da artisti ivoriani come Lougah François, Bailly Spinto e soprattutto Ernesto Djédjé.
Quando infine scopre Ali Farka Touré, Fela e il Reggae attraverso Alpha Blondy, fa di quello la sua filosofia, il suo stile di vita. Chi gli è attorno lo incita a proseguire. A novembre del 2000, 4 amici appassionati di reggae venuti dalla Costa d’Avorio, Slayz Bee, Ras Abachi, King David, Yatich lo convincono ad entrare nello studio “La Rotonde” per incidere alcune sue composizioni. A forza di perseveranza, dopo un lavoro durato un intero anno, svuotandosi letteralmente le tasche e indebitandosi, il 2 novembre 2001 esce il suo primo album: Mister Man.
L’Album si compone di otto tracce (Mister man- Rastaman – Tribut aux martyrs – UWI my darling – Vanité Long long time – Rasta chant) nelle quali l’artista critica le mancanze gravi della società, svela la sua vera identità di rastaman e canta l’amore e la fratellanza dei cuori. Canta in mooré, in francese e in inglese.
Le Jah, come viene soprannominato affettuosamente dai suoi fans, comincia così la sua lotta, nonostante spesso lo vedano soffrire per quella grave forma di artrosi all’anca sinistra che lo perseguita. Un giorno forse dovrà sottoporsi ad un intervento di protesi, questo gli è stato prospettato Svizzera.
<emb551|center>
Nel 2007 esce il suo MAXI omaggio a Thomas SANKARA: “Une bougie pour Thomas SANKARA” con queste parole ne spiega la ragione: “E’ per rendere omaggio a Thomas SANKARA, un uomo che mi ha segnato. Con il mio lavoro, che spero accompagnerà i 20 anni dell’anniversario della sua morte, voglio far vivere la memoria di un uomo che molti giovani non conoscono abbastanza. Poco è stato fatto perché vivesse la sua memoria, lui ha fatto molte cose che i Burkinabé stanno dimenticando, merita ben più di un riconoscimento. Paesi come il Sud Africa o la Francia hanno figure di riferimento e possiamo citare Nelson Mandela o il generale De Gaulle, SANKARA è uno di noi e bisogna riconoscerlo. Attraverso questo album cerco di riconciliarmi con me stesso e forse anche permettere agli altri di fare lo stesso. Trovo che noi siamo stati tutti complici della morte di SANKARA. Trovo che siamo stati tutti ipocriti e vigliacchi di fronte a lui. Durante la sua vita è certo che alcuni gli dicessero: “ non ti succederà nulla e se qualcosa ti dovesse capitare tutti quanti ci batteremo per te ” Cosa è stato fatto? Niente. E il nostro cinismo è ancora più grave in quanto a complicità con i suoi carnefici che hanno fatto in modo di assassinare anche la sua memoria. Nessuno osa pronunciare il nome di SANKARA. Abbiamo appreso che tutto ciò che negli archivi lo riguardava è stato distrutto. Bisognava pulirlo come una piaga vergognosa. Io mi sono detto che non potevamo essere tutti complici di quelli che assassinano la memoria dei nostri leaders. Non ho avuto la fortuna di conoscere Che Guevara o Lumumba, ma ho conosciuto Sankara. Non parlare di Sankara è rinnegarsi in quanto burkinabé. Ecco perché ho acceso “la candela per Thomas Sankara” perché i miei fratellini e sorelline possano sapere che un Presidente onesto e degno ha diretto questo paese. Che un uomo si è sacrificato per noi e il suo nome è SANKARA. Questo mi da ancora voglia di cantare “Sankara Sankara mio Presidente, Sankara Sankara del Burkina, è venuto in un uomo integro per battezzare un’Africa degna Sankara Sankara Sankara…” Si non è morto. ”
Il suo album è stato realizzato in 6 mesi, prodotto da lui stesso con l’arrangiamento dell’ivoriano Philip Pango nello studio TIC Production di base in Terre d’Eburnie. Quattro i titoli tra loro: “Pour que vive sa mémoire” e “Sankara du Burkina” e qualche suo discorso, la viva voce di Thomas SANKARA. “Durante la registrazione alcune persone molto spaventate per il fatto che tutto ciò che riguarda Thomas SANKARA è mal visto, mi domandavano se il mio album sarebbe passato sulle onde radio. Io le rassicuravo sul fatto che non ci sarebbero stati problemi e che proprio a seguito di questo la censura sarebbe caduta. La libertà di espressione non è una realtà alle nostre latitudini ma con l’apparire delle radio private io pensavo che il mio album non avrebbe avuto problemi di diffusione.“
<emb552|center>
Il suo impegno gli è costato molte minacce di morte: “Tutto quello che so è che si tratta di gente indegna. Anche nel Far West era indegno colpire alle spalle. Qualcuno, che si dice investito di potere distruttore, si nasconde dietro il telefono o internet per minacciarvi, questo non è degno. Io critico le idee e le azioni di coloro a cui abbiamo confidato il nostro destino. Hanno dei conti da renderci rispetto alla gestione del bene pubblico. Quello che dico nelle mie trasmissioni non piace ad una certa categoria di persone, ma vorrei precisare che non sono un provocatore, non sono un incitatore alla violenza o al disordine. Ciò che vorrei fare è aiutare la gioventù a prendere coscienza e comprendere che occorre partecipare attivamente al potere decisionale che ci riguarda tutti direttamente. Alcuni nostri dirigenti hanno dimostrato in maniera eclatante il loro egoismo e la loro demagogia e dobbiamo far loro pressione per richiamarli all’ordine. Il popolo offre al Presidente, al Ministro, al Deputato molti privilegi per compiere il proprio lavoro e all’improvviso questi pensano di avere tutta l’autorità per rubare, deviare, depredare e prostituire il paese. Quelli che si permettono di avanzare critiche sono imprigionati o assassinati. Quante persone dovranno uccidere perché alla fine il popolo si svegli? Quelli che si dicevano oppositori hanno venduto la lotta a profitto dei loro conforts materiali. Occorre dunque tacere e non far nulla quando si vede un inferno o ancora tacere per non finir male anche se si vive come clochards. Io credo che il ruolo di un artista cosciente ed onesto è quello di servire da luce al popolo anziché essere ripugnanti avvoltoi aggrappati ai favori dei becchini.”
Il suo terzo album Album: Rasta au pays des merveilles è uscito il 25 maggio 2008 e lui continua la lotta.
Alcuni Video di /con Sams’k Le Jah
Rasta au pays des Merveilles
C’est la Vie
[http://dailymotion.alice.it/related/x5mxiq_clip-samsk-le-jah_music/video/x6myxr_samsklejah-live-cest-la-vie_music
->http://dailymotion.alice.it/related/x5mxiq_clip-samsk-le-jah_music/video/x6myxr_samsklejah-live-cest-la-vie_music]
Artistes Unis pour Norbert Zongo
17 dicembre 2008 Tiken Jah Fakoly, Ismaël Isaac, Didier Awadi, Smockey, Sams’K le Jah, faso Kombat, Sana Bob, Obscur Jaffar, Slam et Miss Safia rendent un vibrant hommage à Norbert Zongo, journaliste assassiné il y a dix ans au Burkina Faso.
http://dailymotion.alice.it/gideonvink/video/x7r9nj_clip-artistes-unis-pour-norbert-zon_music
On est dans la rue