È in un’intervista dell’ambasciatore francese in Burkina, su una radio burkinabè, che la notizia è stata resa pubblica. Hollande ha deciso di ritirare la legione d’onore a Gilbert Diendéré, alcuni giorni dopo il tentato golpe del 16 settembre di cui era a capo. Una decisione che arriva troppo tardi! La Francia non avrebbe mai dovuto decorare Gilbert Diendéré. Questo ritiro non fa che ricordarci le torbide relazioni che la Francia aveva con i dirigenti di questo paese. Da molti anni noi conosciamo e diffondiamo informazioni sul suo passato di torturatore, di criminale di guerra, di trafficante di pietre preziose e di armi per aggirare gli embarghi. È citato nel processo di Charles Taylor e nei rapporti dell’ONU sulla Costa d’Avorio. Sono ormai numerose le testimonianze di persone che lo accusano inoltre d’aver personalmente diretto le torture di cui sono state vittime dopo l’assassinio di Thomas Sankara.

La Francia ha fatto di Blaise Compaoré, ritenuto responsabile di numerosi tentativi di destabilizzazione nella regione, un uomo ammirato dalla comunità internazionale promuovendolo «mediatore» di tutti i conflitti recenti. Ancor più, alla fine degli anni 2000, le reti della françafrique hanno organizzato campagne di sostegno per la sua candidatura al Nobel della pace! E sono state le truppe di comando per operazioni speciali, di stanza a Ouagadougou, ad organizzare l’estradizione di Blaise Compaoré per «ragioni umanitarie». Un assunto privo di fondamento. Il popolo burkinabè ha dimostrato la sua grande maturità opponendosi ad ogni forma di violenza contro i dignitari di questo regime corrotto e vilipeso.

La Francia ha gli amici che si merita. Proprio lei che ha decorato, ad esempio, anche molti dignitari del regime di Sassou N’Guesso, contro il quale ora il popolo è in rivolta. Sembra non abbia saputo trarre alcun insegnamento dall’esperienza del Burkina. Hollande ha infatti appena dichiarato: «Denis Sassou N’Guesso può consultare il suo popolo, ciò fa parte del suo diritto ed il popolo deve rispondere.»

La Francia deve fare molto di più per ristabilire relazioni serene ed amichevoli con il Burkina ed il suo popolo, che ha appena dato al mondo intero una grande lezione di libertà e di coraggio:
– Contribuire a fare chiarezza sulla partecipazione francese nell’assassinio di Thomas Sankara, tornando indietro sul suo rifiuto di aprire una commissione d’inchiesta parlamentare ed aprendo i suoi archivi. A tal fine
chiediamo a tutte le perone amanti della giustizia di firmare la petizione
all’indirizzo:
https://www.change.org/p/public-et-d%C3%A9cideurs-parlementaires-ouverture-d-une-enqu%C3%AAte-parlementaire-sur-les-conditions-de-l-assassinat-de-thomas-sankara ;
– Unirsi a tutti coloro che chiederanno l’estradizione di Blaise Compaoré quando, tra non molto, la giustizia del Burkina lo domanderà ;
– Smettere di intervenire negli affari interni del Burkina ;
– Stabilire rapporti di commercio equo e solidale con il Burkina Faso e gli altri paesi africani pagando le materie prime al giusto prezzo e relazioni di cooperazione per uno sviluppo sostenibile al servizio delle popolazioni.

Rete internazionale “Giustizia per Sankara. Giustizia per l’Africa”

Fatto a Parigi, Bruxelles, Liegi, Ottawa, Torino, Madrid, Londra, Berlino, Ajaccio, Tolosa, Montpellier, Nîmes, Ouagadougou, Abidjan, Dakar il 24 ottobre 2015

contacto : contactjusticepoursankara@gmail.com

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