Roma, 10 dicembre 2007 – Giornata internazionale dei diritti umani – nell’ambito della Conferenza “Incontrare Thomas Sankara” promossa dal Movimento degli Africani in collaborazione con l’associazione Kel’Lam onlus per ricordare l’attualità del pensiero e dell’azione di Thomas Sankara a venti anni dalla sua morte (dal 9 all’11 dicembre 2007) http://www.radioradicale.it/scheda/242243

La ritrascrizione e sintesi dell’intervento di Bruno Jaffré sono a cura di Patrizia Donadello

Malgrado il Burkina Faso fosse uno tra i paesi più poveri del mondo Thomas Sankara è stato uno dei leader più forti e vigorosi che ha continuato a denunciare la responsabilità degli Stati Uniti per la sofferenza inflitta al popolo palestinese. E’ stato lui ad esprimersi più di tutti per domandare che cessasse l’aparthide in Sudafrica ed è stato lui il più vicino di tutti alla solidarietà al popolo del Nicaragua.

Qualche tratto della visione della rivoluzione di Thomas Sankara

1. La volontà di Thomas Sankara di unire i rivoluzionari prima di prendere il potere.

Thomas Sankara avrebbe potuto prendere il potere con i militari molto prima di quanto abbia fatto ma nella sua preparazione politica durante gli anni 70, ha intrattenuto relazioni molto strette con i rappresentanti di ciascuna delle componenti delle forze rivoluzionarie clandestine presenti nel paese e con i dirigenti sindacali, fino ad assistere alle loro riunioni in abiti civili. Durante la preparazione della presa del potere si è trovato di fronte ad una divisione delle forze rivoluzionarie clandestine, divisione che peraltro attraversava tutte le organizzazioni di estrema sinistra del mondo. Come in tutte le rivoluzioni prendere il potere non è mai facile. L’Alto Volta aveva conosciuto vari regimi, tutti erano stati discreditati, e conosceva un movimento popolare particolarmente forte composto da sindacati che sovente erano diretti da rivoluzionari membri di organizzazioni clandestine o membri del partito di Ki-Zerbo che apparteneva all’internazionale socialista. La visione politica di Sankara si può spiegare in due elementi principali : vicino al popolo e tra i rivoluzionari. Al momento della rivoluzione in Burkina Faso c’erano quelli che erano contro il popolo, quelli della destra che avevano esercitato il potere, il partito di Ki-Zerbo che aveva collaborato all’ultima dittatura militare e dall’altra parte c’erano tutte le organizzazioni rivoluzionarie.

Nel 1980 durante il colpo di stato, Sankara divenne Primo Ministro e da quel momento insiste con le organizzazioni clandestine perché si unissero in un fronte, perché per lui non si trattava di prendere il potere tra militari per escludere, per esercitare la forza di un braccio armato contro altri, al contrario. Questo fronte si è concretizzato il 17 maggio 1983 quando Sankara è stato messo agli arresti domiciliari, nel giorno in cui Guy Penne, il consigliere militare di François Mitterand, è atterrato a Ouagadougou. Ho riassunto un poco la crisi politica di quel momento tra il movimento popolare e le organizzazioni rivoluzionarie. Certo occorre tener conto anche della crisi economica perché il paese era molto indebitato.

2. Il modo in cui ha organizzato i suoi servizi della presidenza facendo appello più a competenze tecniche che alle referenze ideologiche dei suoi più vicini collaboratori.

Contrariamente a quelli che dirigono il paese oggi, la rivoluzione fu preparata da Thomas Sankara in collaborazione con Blaise Compaoré che si era rifugiato a Po, e fu proprio Sankara che venne riconosciuto come il leader del popolo. Anche la presa di potere del 4 agosto è stata fatta in collaborazione con i civili che hanno guidato l’esercito nella città e tagliato le linee telefoniche, questo per dirvi che non è stato un golpe militare comune in cui si prende il potere a scapito di altri. Ci sono stati problemi politici con alcune organizzazioni certo, ma soprattutto vi fu una grande apertura che Sankara portò avanti con i suoi collaboratori alla presidenza. Sankara ha dovuto affrontare alcuni dogmatici che aveva attorno a se che l’accusavano di far lavorare alla presidenza degli opportunisti, gente di destra ma lui ha tenuto duro. Uno dei suoi collaboratori ha scritto un libro che testimonia questo fatto. Lui stesso aveva sostenuto ad esempio l’RDA (Rassemblement Démocratique Africain) e si era circondato alla presidenza di almeno 150 persone. Li sceglieva lui stesso tra i migliori quadri del paese. Quando dicono che Thomas Sankara decideva le cose da solo è in qualche modo vero. Gli piacevano i colpi mediatici ma in generale preparava molto bene i suoi dossier con i suoi consiglieri con i quali discuteva molto. Infatti in molti hanno testimoniato quanto Sankara amasse discutere con coloro che gli tenevano testa.

3. L’ultimo periodo della rivoluzione.

Sankara si è trovato politicamente in opposizione ad elementi di una sinistra dogmatica che volevano procedere ad una nuova epurazione mentre lui voleva unire le forze al di là del C.N.R. Se la morte di Sankara è dovuta ad un complotto esterno, sul quale non abbiamo ancora chiaro tutti gli elementi, la realtà è che c’era anche una opposizione politica interna. Da una parte c’erano Sankara ed un certo numero di collaboratori che avevano coscienza che la rivoluzione attraversava un periodo di difficoltà. Lui si era anche reso conto che alcuni dei suoi collaboratori non erano sinceri ed erano là per opportunismo e per occupare un posto di potere, gli stessi che spesso facevano i discorsi più estremisti e dogmatici e che in seguito per primi hanno sostenuto Blaise Compaoré dopo la sua morte.

Nel periodo del 1983 si sviluppò una forza sindacale molto forte nel paese e possiamo dire che la relazione, lo scontro avvenuto nell’ultimo periodo tra il governo rivoluzionario e i sindacati sia stato mal gestito, si è preferito reprimere piuttosto che discutere con i dirigenti sindacali. La difficoltà della relazione nei confronti dei sindacati si manifestò anche all’interno di alcune organizzazioni, poiché i dirigenti sindacali erano allo stesso tempo membri di alcune organizzazioni rivoluzionarie dell’opposizione e si creò dunque una grande confusione tra la popolazione e le varie forze rivoluzionarie. Come si manifestò l’apertura di Sankara in quel periodo? Per prima cosa nel 1987 scrisse al Ministro dell’Istruzione ed ai vari Ministri perché cercassero di studiare il reintegro delle persone licenziate, allontanate.

In secondo luogo fu proprio Sankara a fare le critiche più forti contro i CdR e terzo comprese che in un momento così difficile occorreva continuare a tenere uniti tutti i rivoluzionari, gli stessi che peraltro dirigevano i sindacati. Fu allora che addirittura uno dei suoi consiglieri gli suggerì e propose di aggiustare tutto organizzando le elezioni (risate in sala). Questa fu l’apertura che Sankara adottò per opporsi a tutti i dogmatici. Il suo obiettivo era di unire quei membri del CNR che creavano problemi e ricongiungersi a due delle organizzazioni rivoluzionarie dell’opposizione storiche e relativamente potenti prima della presa di potere del 1983. Ecco l’uomo assassinato da un’alleanza il 15 ottobre. L’alleanza che ha assassinato Sankara era formata da una parte dal gruppo militare al comando di Blaise Compaore, diretti nell’ombra da 2 anni da Houphouët-Boigny dopo il matrimonio avvenuto tra Blaise Compaore con una donna della borghesia ivoriana vicina al presidente della Costa d’Avorio. Da due anni, per questo motivo infatti, Compaoré intratteneva strette relazioni con il presidente della Costa d’Avorio e con il giro della francafrique. Questo gruppo aveva bisogno di sostegno politico, si è dunque alleato ai collaboratori vicini a Thomas Sankara che gli rimproveravano la sua apertura.

Importante è ricordare anche che i sindacati si erano mobilitati per la loro condizione di vita e il 14 ottobre, alla vigilia della morte di Sankara, il Consiglio dei Ministri votò un aumento dei salari, decisione di cui si è appropriato indebitamente l’indomani dell’assassinio di Sankara il Fronte popolare di Blaise Compaore, dicendo che era stato il Fronte popolare ad aver aumentato il salario ai lavoratori. Dunque da una parte troviamo un gruppo di militari istigati dalla rete francese, dall’altra uno pseudo rivoluzionario, lo stesso che creava putsch all’interno delle organizzazioni sindacali e che in parte era il responsabile diretto dei crimini compiuti dai CdR e dei regolamenti di conti interni. Quelli che si coprivano con discorsi puri e rivoluzionari sapevano che per prendere il potere avevano bisogno di allearsi con i militari. Ecco dunque l’alleanza che ha assassinato un dirigente rivoluzionario che durante i quattro anni di potere, confrontandosi con numerose difficoltà, si apprestava a fare un salto qualitativo della rivoluzione. Il mio intervento delinea solo qualche tratto del carattere pragmatico e molto sensibile di Thomas Sankara, la sua volontà di far uscire il suo popolo dalla miseria e mostra anche il suo lato migliore, quello di un dirigente di alto livello che parallelamente stava diventando un leader conosciuto a livello internazionale. In quel momento storico, il Burkina Faso che era membro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, fece una campagna per chiedere l’indipendenza della Nuova Caledonia, una colonia francese. Anche questo è stato usato a pretesto dalla destra francese per dire che occorreva sbarazzarsi di Thomas Sankara.

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