Il 27 luglio 2011 la tomba in cui si suppone riposare il corpo di Thomas SANKARA è stata profanata nel cimitero di Dagnoën, a Ouagadougou. Su questa ennesima vigliacca barbarie compiuta contro la sua memoria, pubblichiamo di seguito la traduzione dell’articolo di Bruno Jaffré e la dichiarazione di Mariam Sankara, moglie del defunto Presidente del Burkina Faso, diffusa a nome della famiglia.

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Profanata la tomba di Thomas SANKARA. La rabbia dei vinti ?

di Bruno Jaffré

La profanazione è avvenuta il 27 luglio 2011. La lapide tombale è stata demolita. La lastra centrale picconata, sopra vi hanno versato un liquido che fa pensare a del sangue.

È lo sgomento….

Lo stesso primo ministro in una dichiarazione disapprova l’accaduto promettendo un’inchiesta. Ma in questo paese più nessuno crede nella giustizia. Il vasto movimento di rivolta iniziato a febbraio e che ha infiammato il Burkina per tre mesi, poneva al centro delle sue rivendicazioni proprio una vera giustizia.

Ma perché una tale rabbia su una tomba? Un folle? Non lo si può escludere, ma non si può scartare l’ipotesi di un atto vandalico di origine politica. Questo ci ha dichiarato Fidèle TOE, ex ministro di SANKARA e membro della direzione dell’UNIR/PS, partito sankarista : “ Personalmente, penso siano alcuni paranoici del potere, convinti che occorra fare dei sacrifici sulla tomba per ottenere il mantenimento del loro regime e dei loro vari favori. Ci hanno detto che faranno un’inchiesta, cosa a cui non credo assolutamente. Si mostrano minacciosi dicendo che gli autori di questi atti saranno severamente puniti !!! Ma tacciono sulla ricerca della verità e sugli assassini, responsabili dei morti che riposano in queste tombe. Penso sia stata l’opinione pubblica, così tanto commossa, ad indurre il potere a condannare questa profanazione “.

Ogni 15 ottobre al cimitero viene organizzata una cerimonia di commemorazione. Nel 2007 una marea umana, che è stato difficile contenere, vi si è accalcata. Questo è diventato un luogo di pellegrinaggio permanente per quanti, sempre più numerosi, riconoscono l’ampiezza dell’azione e del pensiero di Thomas Sankara, compresi i turisti che, sempre più, fanno del cimitero di Dagnoën un luogo di passaggio obbligato. Questa tomba è diventata una scommessa politica. Ma non è tutto.
Gli avvocati della famiglia ne hanno anche fatto una scommessa giudiziaria. A forza di bloccaggi del sistema giudiziario in Burkina, gli avvocati si sono rivolti al Comitato dei Diritti dell’Uomo dell’ONU.

Le prime dichiarazioni del Comitato nel 2006, prima del voltafaccia del 2008, chiedevano al governo del Burkina, tra le altre cose, di verificare che fosse proprio questo il luogo dove realmente è seppellito Sankara. Certo, esiste la testimonianza di una persona che dice di aver seppellito Sankara e i suoi compagni in questo luogo ( vedi http://thomassankara.net/?p=470 ), ma circolano voci che il governo potrebbe aver trasferito il corpo altrove.
Un dubbio sembra farsi strada anche tra gli avvocati della famiglia.
Poco più di un anno fa è stata lanciata in Burkina una procedura di richiesta per il riconoscimento del DNA da comparare a quello dei figli. La richiesta è stata bloccata. Una tale lentezza di giustizia non può che far sorgere dubbi. E’ anche questa una ulteriore iniziativa che si aggiunge alla pratica giudiziaria, insieme alle altre, per fare in modo che il caso non venga dimenticato.

D’altronde, non si può fare a meno di associare la data di questa profanazione con la deposizione della domanda d’inchiesta parlamentare avvenuta in Francia agli inizi di luglio. Nonostante la notizia sia passata un po’ sottotono sui media francesi, si tratta di una nuova iniziativa importante, poiché introduce il dibattito all’interno delle istituzioni democratiche francesi. La notizia è invece stata ampiamente ripresa e pubblicata sui giornali in Burkina verso la metà di luglio.
Possiamo immaginare la rabbia di chi ha tentato senza successo di far dimenticare Thomas Sankara.

A quasi 24 anni dal suo assassinio, il suo carisma non cessa di crescere. Questa è la verità! Sankara è il grande leader rivoluzionario africano della fine del 20° secolo. Il riferimento della gioventù. La qualità della sua azione oggi è riconosciuta ben oltre l’ambito rivoluzionario.
E’ un grave smacco per quanti si sono ostinati ad infangarlo.

Sicuramente, qualcuno ribatterà : « Blaise Compaoré è al potere, Sankara è stato assassinato, la rivoluzione è morta ».. Certo, ma quale spettacolo pietoso ci ha appena dato questo governo dopo 24 anni di potere.
Blaise Compaoré, che con il sostegno delle reti francesi aveva creduto d’essersi rifatto una verginità, al punto da diventare « un uomo di pace », vede tutti i suoi sforzi annientati. L’accordo di mediazione di cui è stato promotore in Costa d’Avorio ha prodotto una guerra civile ed è arrivato sino a perdere la credibilità dei suoi finanziatori, quando ha dovuto cedere alle numerose rivendicazioni economiche del movimento sociale degli ultimi mesi.
Un paese a fuoco, una gioventù quasi unanimemente mobilitata contro l’ingiustizia, un esercito ridicolizzato in cui alcuni elementi si sono comportati come veri teppisti, i vertici del CDP (partito al potere) costretti a fuggire nei loro villaggi perché la loro casa era diventata bersaglio dei manifestanti.

Sì. Sono persi. Sono vinti dalla paura, come ne è vinto Blaise Compaoré, terrorizzato all’idea di dover lasciare il potere, tanto il suo passato è pesante, terrorizzato all’idea di dover rendere i conti. A tal punto che i suoi cortigiani propongono sin da ora la sua amnistia, nonostante debba restare al potere sino al 2015… sempre che resista fino ad allora.

Thomas Sankara è entrato nel pantheon dei grandi uomini della storia di questo mondo, Blaise Compaoré ne sarà escluso.
Comprendiamo bene perché alcuni si arrabbiano….

Bruno Jaffré

Traduzione di Patrizia Donadello

Fonte : http://thomassankara.net/?p=1110

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Dichiarazione di Mariam Sankara dopo la profanazione della tomba di Thomas SANKARA avvenuta il 27 luglio 2011

È con grande dolore e profondo sgomento che noi, familiari del Presidente Thomas Sankara, abbiamo appreso l’orribile notizia della profanazione della sua tomba nel cimitero di Dagnoën, ad Ouagadougou. Di fronte ad un atto di un orrore inqualificabile, possiamo soltanto esprimere la nostra rabbia e la nostra indignazione, ma anche la nostra più ferma condanna.

Attaccare questa tomba, che si suppone essere quella del presidente Thomas Sankara, è indiscutibilmente un insulto alla sua memoria e a quella di tutti i caduti al suo fianco. Tutto lascia presagire che i vigliacchi autori di questa barbarie abbiano voluto, attraverso questa profanazione, infangare questo grande uomo che, anche da morto, continua evidentemente a disturbare gli autori e i mandanti del suo assassinio.

Al di là della sua ignominia, contraria ai valori secolari della società burkinabè, questo atto è sintomatico della negazione di giustizia che continua ancor oggi intorno al suo assassinio ma, in modo più generale, dell’impunità che costituisce la base del regime Blaise Compaoré.

Ci sembra anche evidente che questa profanazione accompagnata, come sembra, dallo spargimento di un liquido strano sulla tomba, mira indiscutibilmente a contrastare l’azione che abbiamo intrapreso nei confronti delle istituzioni giudiziarie del Burkina Faso, affinché sia dimostrato e certificato che il corpo del Presidente Thomas Sankara riposi effettivamente in una delle tredici tombe frettolosamente scavate nella notte del 15 ottobre 1987.

Questa azione iniziata da parecchi anni, ha per noi lo scopo di assicurargli il suo effettivo ed inalienabile diritto ad una degna sepoltura ed a permettere a tutta la famiglia Sankara, ai miei figli e a me stessa, di poter infine iniziare il lutto che sino ad oggi i suoi vili assassini ci hanno impedito di fare.

Questa ignobile ed inaccettabile profanazione conferma un fatto già chiaro all’epoca : il machiavellico progetto di un mausoleo e della riabilitazione lanciata a suo tempo con gran clamore dal regime di Blaise Compaoré, non era altro che fumo negli occhi, gettato per addormentare la coscienza di quanti, ovunque nel mondo, si battono perché sia fatta luce su questo assassinio ed emerga la verità.

Esigiamo dunque, che lo Stato Burkinabè si adoperi con ogni mezzo per individuare e punire gli autori di questo atto barbaro affinché non rimanga impunito, anche se non ci illudiamo sulle risposte che saranno riservate alle nostre richieste, tenuto conto che l’impunità regna padrona in Burkina Faso.

L’assassinio del Presidente Thomas Sankara, quello del giornalista Norbert Zongo o, più recentemente, la morte del giovane Justin Zongo e di altre oscure storie dimostrano sufficientemente bene questa impunità.

Ci appelliamo a tutti i Burkinabè affinché si mobilitino contro l’impunità, di fronte alla quale nessuno è al sicuro.

Montpellier, il 29 luglio 2011

Per la famiglia

Traduzione di Patrizia Donadello

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