Lettera di Mariam Sankara al Presidente Nicolas Sarkozy in occasione della visita ufficiale di Blaise Compaore a Parigi del 18.11.2008

 

traduzione Patricia Donatello

Al Presidente della Repubblica Francese

Palazzo de l’Elysée

55 Rue Faubourg Saint Honoré 

75008 PARIS 

 

Signor Presidente, 

 

La Repubblica francese riceverà con tutti gli onori Blaise COMPAORE, Presidente del Burkina Faso, il 18 novembre 2008. 

Blaise COMPAORE è arrivato al potere, il 15 ottobre 1987, a seguito di un terribile bagno di sangue che ha causato la morte di mio marito Thomas  SANKARA così come dodici dei suoi compagni. Allo stesso modo alcuni militari sono stati assassinati selvaggiamente, altri torturati e bruciati nei campi di Koudougou e di Kamboinsin. 

Thomas SANKARA era un uomo che operava per lo sviluppo del Burkina Faso ed il benessere del suo popolo. Ma meritava questa triste sorte? Il suo assassinio è stato un atto inedito in Burkina Faso che non mi ha  permesso, così come alla sua famiglia, di vedere il suo corpo, di vegliare le sue spoglia, e di dargli degna sepoltura.

E per finire questo atto di una  crudeltà senza nome, mi è stato rimesso un certificato di decesso che precisava che mio marito – il Presidente Thomas SANKARA – era morto di morte naturale. 

Con il coraggio che mi rimaneva, ho intrapreso al limite della prescrizione, un’azione giudiziaria per la giustizia e la verità. 

Blaise COMPAORE, avendo una giustizia ai suoi ordini, ha soffocato tutte le vie di diritto che esploravo. Vietando anche al suo Ministro della Difesa di dare l’ordine di prosecuzione davanti ai Tribunali Militari. 

Avendo esaurito tutte le vie di ricorso interne al Burkina Faso, e  davanti al rifiuto di questo potere di darmi giustizia, ho scelto allora di rivolgermi al  Comitato dei Diritti dell’Uomo, avendo il Burkina Faso ratificato il patto internazionale relativo ai diritti civili e politici così come il protocollo facoltativo entrato in vigore il 23 marzo 1976. A mio favore sono state rese due decisioni: una sull’ammissibilità della mia comunicazione e l’altra sul risarcimento.

E’ stato in effetti nel corso della 86° sessione, che si è tenuta dal 13 al 31 marzo 2006, che il comitato dei Diritti dell’uomo ha reso la sua decisione sul fondo, evidenziando violazioni del Burkina Faso degli articoli 7 e 14 paragrafo 1 del patto.

Il Burkina Faso doveva fornire entro 90 giorni dalla trasmissione delle constatazioni del Comitato, informazioni sulle misure adottate per darvi seguito.

Com’è sua abitudine, Blaise COMPAORE ha imbrogliato il Comitato dei Diritti dell’Uomo rettificando a suo modo l’atto di morte di mio marito, proponendo un’indennità di 66.231 euro e 471 centesimi, dimenticando pure di mostrarmi ufficialmente il luogo di sepoltura di Thomas SANKARA.

Ma l’Onu si è ritenuto soddisfatto.

Non ho mai compreso perché mi si chieda, in quanto vittima, di accettare indennità e di perdonare, mentre gli autori di questi crimini passeggiano liberamente in tutta impunità, quando altrove simili criminali, come oggi Charles TAYLOR, vengono giudicati. 

Il Presidente, Blaise COMPAORE è un predatore che ha eliminato tutti quelli che gli facevano ombra. Il lungo elenco è reso noto pubblicamente.

Si ricorda ancora la morte del giornalista Norbert ZONGO assassinato e bruciato nella sua automobile il cui dossier è stato ” sepolto ” senza nessun altra forma di processo.

Sotto il governo di Blaise COMPAORE, il, Burkina Faso è stato messo in causa da esperti dell’Onu in modo particolare all’interno delle sanzioni emesse contro l’UNITA in Angola, e del Fronte rivoluzionario in Sierra Léone.

È stato implicato anche nella destabilizzazione in Costa d’Avorio.

In queste ultime settimane, ex compagni di Charles TAYLOR (John TARNUE e Prince JOHNSON) hanno accusato Blaise COMPAORE dell’assassinio di mio marito e dei suoi 12  compagni il 15 ottobre 1987.

Ma Blaise COMPAORE non se ne cura. Avendo eretto l’impunità come forma di governo, Blaise COMPAORE cerca oggi una riabilitazione internazionale che incontri come  questo gli conferiscono. 

Io sono una vedova che non potrà compiere il suo lutto sino a che giustizia non sia resa a Thomas SANKARA.

La mia sete di giustizia è la stessa delle altre vedove come la Signora ERIGNAC, la Signora BORREL che ha ricevuto il vostro indefettibile sostegno.

Signor Presidente, voi siete anche un uomo a modo che aveva posto la giustizia al centro del giuramento di avvocato e di Presidente.

Sarebbe dunque auspicabile, che possiate esigere dal vostro ingombrante ospite, di lasciarmi accedere alla giustizia militare la cui azione non può essere declamata che su ordine di proseguimento del suo Ministro della Difesa. 

La riconciliazione ed il perdono sono a questo prezzo. 

Ringraziandovi in anticipo del vostro sostegno che trascende la logica  politica, vi prego di gradire, Signor Presidente, l’assicurazione della mia  alta e rispettosa considerazione. 

 

Mercoledì 12 novembre 2008 

 Mariam SANKARA 

 

 

http://thomassankara.net/?p=0697

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