Pubblichiamo di seguito un articolo sul convegno “Se ci fosse ancora SANKARA. Il Presidente più povero del mondo” organizzato al Teatro Vittoria di Torino il 14 Ottobre 1987 dal Comitato SANKARAXX in collaborazione con l’Associazione Terra del Fuoco. Vedi articolo alla pag. :
http://thomassankara.net/?p=468
Un centinaio di persone circa ha partecipato ieri al convegno organizzato da Terra del Fuoco per ricordare il ventennale dell’assassinio di Thomas Sankara. Il 15 ottobre 1987 veniva ucciso a colpi di Kalashnikov una tra le figure più promettenti e coraggiose che il continente africano abbia mai visto. E basta informarsi un minimo sulla figura di quest’uomo per domandarsi per quale maledetto motivo sono così poche le persone che ne abbiano anche solo sentito parlare.
Fa rabbia. In anni in cui il bisogno di uomini simbolo è più che mai sentito, in tempi dove il viso stilizzato di Che Guevara si trova ovunque (anche in contesti che poco sarebbero appartenuti al Comandante), quello di Thomas Sankara è schiavo dell’oblio. “Sankara è la luce in fondo al tunnel”, ha detto Mambu Mulumba, dell’associazione Africani in Piemonte. Il buio è formato da tutti quegli africani che, schiavi per decenni dei gioghi europei, non si sono ancora liberati di un intrusione occidentale che oggi sotto altre forme ipnotizza il continente “più vecchio” del pianeta. La fame di potere e denaro accieca la maggior parte dei presidenti africani di oggi che a beneficio di pochi oligarchi arena ogni prospettiva di sviluppo per milioni di africani. Sankara non ci stava. La sua voce suonava forte nel rivendicare il diritto naturale del suo popolo a sfruttare le proprie risorse per il bene del loro Paese. E’ stato ucciso per questo. Perchè unica voce sostenitrice dell’annullamento del debito. Perchè personaggio scomodo. Perchè lo sviluppo dato al Burkina Faso nei suoi quattro anni di presidenza non era previsto e gradito dalla Madre Francia. Perchè il diritto all’istruzione, i diritti dati ai lavoratori, alle donne, la lotta alla corruzione, la sua politica di austerità, tutto faceva digrignare i denti a buona parte dell’Occidente.
Di Sankara rimangono gli sfacciati quanto giustificati discorsi alle Nazioni Unite, rimane l’eco dei cori dei burkinabè nelle strade di Ouagagoudou, rimane quell’incolmabile esempio di leader politico che da vero leader agisce, rimane una tomba vuota, rimane un vergognoso certificato che parla di “morte naturale”. Parliamo di Sankara! Datemi una sua foto, la voglio stilizzare, farla a bandiera e metterla proprio lì, a fianco di quella di Hernesto Guevara.
http://writingshortstories.wordpress.com/2007/10/16/unicona-nelloblio-thomas-sankara/