Il Premio Galileo a Blaise Compaoré è una vergogna intollerabile

Consideriamo oscure le ragioni che hanno portato a tale scelta, vista l’implicazione di Compaoré nell’assassinio del presidente Thomas Sankara, per pochi anni speranza dell’Africa libera.

18 giugno 2008

Il 25 Giugno 2008 il presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré riceverà a Firenze nell’Istituto d’Arte di Porta Romana il Premio Galileo 2000 per la mediazione nei conflitti etnici e sociali.

Consideriamo oscure le ragioni che hanno portato a tale scelta, vista l’implicazione di Compaoré nell’assassinio del presidente Thomas Sankara, per pochi anni speranza dell’Africa libera. Se ciò non bastasse, Compaoré è riconosciuto da un rapporto dell’ONU del 2004 come organizzatore di traffici con l’UNITA che alimentavano la guerra civile in Angola, così come ha poi fatto con Charles Taylor nella lucrativa e creata ad arte guerra civile in Liberia e in Sierra Leone e nel recente conflitto in Costa d’Avorio.

Blaise Compaoré ha ucciso uno dei sogni e una delle poche speranze dell’Africa libera, rimettendo il suo Paese al servizio della grande finanza predatrice mondiale e di una ristretta élite sanguisuga, costringendo nuovamente i suoi cittadini alla fame, all’emigrazione, alla schiavitù, così come Mobutu ha fatto in Congo con l’assassinio di Patrice Lumumba.

Per queste ragioni deploriamo la scelta miope della giuria del Premio Galileo: il presidente della fondazione omonima Alfonso De Virgiliis, l’attrice Irene Papas, l’ex ministro francese della cultura Jack Lang, il direttore del Teatro della Pergola Marco Giorgetti e la principessa Irina Guicciardini Strozzi; deploriamo la scelta del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Ente Teatrale Italiano, entrambi finanziati con soldi pubblici (Stato Italiano, Regione Toscana, Comune di Firenze, Provincia di Firenze), di collaborare a tale manifestazione; deploriamo la scelta della preside dell’Istituto Statale d’Arte Maria Anna Franceschini di mettere a disposizione i locali pubblici del suo Istituto per premiare tale ambigua figura che si arricchisce alle spalle di bambini a cui è negata l’istruzione e spesso venduti per schiavi; speriamo che gli organizzatori trovino il tempo di riconsiderare l’attribuzione di questo premio, ritirandolo formalmente invece di

nascondersi dietro ad una mancata attribuzione de facto ipotizzando una presunta probabile assenza di Compaoré alla cerimonia di premiazione.

Chiediamo infine al Presidente Giorgio Napolitano se, alla luce di questi fatti e se la consegna del premio avverrà come previsto, non debba essere riconsiderato il riconoscimento al Premio Galileo dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.

Chiamiamo alla mobilitazione per il 25 Giugno a Firenze davanti all’Istituto d’Arte di Porta Romana tutte le forze democratiche che considerano la premiazione di Blaise Compaoré una vergogna intollerabile.

Comitato Thomas Sankara Firenze

Aderisci alla petizione inviando un messaggio Antonio Mele  antoniomele at yahoo.fr

ADESIONI/ADHESIONS

Antonio Mele
Matias Mesquita
Associazione per una Sinistra unita e plurale di Firenze
Unaltracittà/Unaltromondo, Gruppo consiliare di Firenze
Comitato Italiano Sankara XX
Federatione Africana in Toscana
Amici dell’Africa, Firenze
Comitato Africano per la Democrazia, Firenze
Coordinamento delle Comunità Senegalesi
Comitato Sankara XX, Torino
Movimento degli Africani, Roma
Alessia Fusi
Andrea Fusi
Marco Fusi
Tiberio Tanzini
Massimo Di Marco
Moreno Biagioni
Riccardo Torregiani
Maurizio De Zordo
Tommaso Fattori
Silvia De Giuli
Chiara Giunti, Bibliotecaria
Daniela Poli
Francesco Lovino
Elena Drovandi
Rossella Fallacara
Monica Biondi
Miriam Massai, Verdi Firenze
Maria Stella Rognoni, Università degli studi di Firenze
Matias Mesquita
Fiammetta Benati
Mercedes Frias
Marco Della Pina, Università degli studi di Pisa
Giovanni Orlandini, Università degli studi di Siena
Assane Kebe
Maria Cristina Moro
Antonella Zarantonello, responsabile di zona del Granello di Senape associazione ONLUS. Lonigo VI
Silvia Vienni, Fondazione Un Raggio di Luce ONLUS
Francesca
Anna Guerzoni
Lorenzo Ferrari
Massimo Torelli
Anna Picciolini, Sociologa e Pubblicista – Firenze
Giuliano Ciampolini, Agliana (PT)
Ornella De Zordo, Consigliera comunale di Firenze
Lidia Giannelli
Saverio Tommasi, attore
Lorena Cipriani
Massimiliamo Sforzi, Pistoia
Roberto Niccolai, Operatore socio-culturale e studioso delle migrazioni
Francesca Moccagatta
Paolo Bellotti
Giovanni Giardina
Paola Tamanti
Daniela Melotti
Laura Guarnieri
Augusto Cacopardo, Fiesole
Thierry Avi
Maurizio Landi Degl’Innocenti, Ricercatore INAF
Patrizia Donadello
Roberta Gilardenghi, Docente Istituto d’Arte, Firenze
Caterina Cidda
Comitato Bolivariano "La Madrugada" – Firenze
Associazione Yaku
John Gilbert
Alessandro Gagliardo, malastrada.film
Massimo Duranti
Giovanna Niccoli
Maria Grazia Locati
Andrea Bernardo De Lotto, maestro elementare
Paola Torricini
Antonio Mereu
Letizia
Dmitrij Palagi
Valentina Chiarello
Maria Grazia Campus
Amalia Navoni
Andrea Trevisan, Dalla Rep. Dem. del Congo
Silvia Corsi
Marco Prosperini
Michele Bendoni
Diego Nunziata, Associazione Afrikelele
Plinia Morelli, Educatrice e psicologa, amica del Burkina Faso
Tommaso Pacetti
Riccardo Bocci
Simona Manetti
Rosa Taschin, Ravenna
Costanza Malcontenti, studentessa
Marco Padula, ricercatore ITC-CNR
Deanna Sardi
Marcello Guiducci
Enrico Sborgi, Delegazione della Commissione Europea in Niger
Maurice Fahe
Marco Piantadosi, 25 anni, studente e impiegato
Francesca Cavarocchi
Gianna Rodi
Catia Disabato, studentessa
Francesca Noé, dalla Costa d’Avorio
Marco Lorenzoni, direttore quindicinale primapaginaChiusi (Siena)
Domenico Pinna
Lia Bandera – CRIC
Gabriele Abbado e i suoi cinque figli maggiorenni
Gianfranco Molinar Min Beciet e Iolanda (Dida) Neirotti, Torino
Carlo Batà
Geni Adam
Marinella Correggia
Brice Payen, Comitato Sankara Spagna

Bruno Jaffré, www.thomassankara.net
Mario Lupi, capogruppo Verdi per l’Unione
Luca Bartoli, operatore Shiatsu
Leandro Medeot, operatore per i diritti dell’uomo
Alessandro Leoni, segreteria regionale toscana PRC
Aldo Manetti, consigliere regionale PRC, Presidente Commis. agricoltura del Consiglio Regionale della Toscana
Mauro Lenzi, segreteria region. toscana PRC
Claudia Rosati, segretaria Circolo PRC "Lenin" Fi
Diego La Sala, segreteria federale PRC Pistoia
Enrico Pellegrini, G.C. Pistoia
Luca Rovai, consigliere PRC comune Montelupo F°
Gabriele Bini, consigliere comunale PRC Empoli
Paolo Fattori, consigliere comunale PRC Prato
Sandro Trotta, consigliere comunale PRC Livorno
Ugo Bazzani, Segretario federazione PRC Pistoia
Rosalia Billero, consigliera comunale capogruppo PRC Pistoia
Mariano Mingarelli, Presidente Assoc. d’Amicizia Italo Palestinese Fi. onlus
Jacopo Borsi, consigliere PRC Quartiere V° Firenze
Fabio Roggiolani
MADIRO’ – Medici per lo sviluppo
Germano Caputo
Lorenzo Pagni
Elhadji Kollo Saloum, Niamey (Niger)


 Chi era Thomas Sankara

Thomas Sankara è stato presidente militare del Burkina Faso (prima di lui chiamato colonialmente Alto Volta) dall’agosto 1983 all’ottobre 1987, quando è stato ucciso da un colpo di stato che ha portato al potere l’attuale presidente Blaise Compaoré.

Il suo Paese era allora in uno stato a dir poco pietoso. Nelle statistiche della Banca Mondiale si trovava alla 124esima posizione su 170 paesi, in rapporto al prodotto interno lordo (PIL), e in 161esima se si prendeva in considerazione il reddito pro capite. Le terre arabili erano per lo più aride, poco fertili e difficili da coltivare. Oltretutto solo il 25% delle terre coltivabili veniva sfruttato. Il bilancio del commercio estero era costantemente in deficit. I suoi funzionari statali – retaggio coloniale della Francia – erano 38.000 su una popolazione di circa 9 milioni di abitanti e costituivano una spesa enorme per il paese. Sankara optò per una serie di riforme radicali, per quanto rischiose.

La sua politica rivoluzionaria si ispirò agli esempi di Cuba e del Ghana. Come Presidente, promosse la "Rivoluzione Democratica e Popolare". L’ideologia della rivoluzione venne da lui definita anti-imperialista nel suo Discorso di Orientamento Politico tenuto il 2 ottobre 1983. Si occupò di lottare contro la corruzione,

promosse la riforestazione, l’accesso all’acqua potabile per tutti, e fece dell’educazione e della salute le priorità del suo governo. Soppresse molti dei privilegi detenuti dai notabili, sia i capi tribali che i politici (ad es. l’imposta di captazione), e attraverso dichiarazioni e gesti molto chiari, applicò con grande coerenza le sue idee. Ad esempio:

– il suo governo incluse un grande numero di donne, condannò l’infibulazione e la poligamia, promosse la contraccezione, l’istruzione alle donne, un nuovo codice della famiglia con l’uguaglianza dei discendenti uomini e donne e il diritto di successione alle vedove; fu il primo governo africano a dichiarare che l’AIDS era la piú grande minaccia per l’Africa;

– Sankara e i suoi collaboratori viaggiavano sempre in classe economica e a ranghi ridotti nelle visite diplomatiche;

– vendette la maggior parte delle Mercedes in forza al governo e proclamò l’economica Renault 5 l’automobile ufficiale dei ministri;

– nazionalizzò le terre arabili e le ridistruibuì secondo le necessità delle famiglie e costituì un catasto;

– decentralizzò i funzionari nella varie province del paese e per contenere i rischi di antagonismi etnici, diede il via a grandi lavori su scala nazionale, tra cui la ferrovia Ouagadougou-Tambao, che possedeva una forte carica simbolica per l’unità del paese.

Il risultato di queste riforme fu spettacolare. In quattro anni la produzione agricola era aumentata in modo considerevole, mentre la diminuzione delle spese dello stato aveva liberato i capitali, reinvestiti poi con priorità assoluta nella costruzione di strade, di dighe per l’irrigazione, nella formazione agricola e nell’artigianato locale. In quei pochi anni l’autosufficienza alimentare divenne una realtà (fu raggiunto l’obiettivo di dieci litri di acqua potabile e due pasti al giorno per ogni burkinabé) ed il Burkina Faso si trasformò in una società più democratica e più giusta.

Ma Thomas Sankara ha scelto anche di affrancarsi dalle imposizioni coloniali, ha rifiutato i  prestiti della Banca Mondiale che "servono solo a finanziare progetti che il Paese non ha scelto", ha lanciato l’idea di rifiutare di pagare il debito contratto con i neo-coloni, giudicato ampiamente pagato da secoli di sfruttamento, ha rifiutato di privatizzare i beni comuni. Thomas Sankara ha provato a ridare il proprio futuro in mano ai burkinabé e il suo esempio veniva guardato con entusiasmo dai giovani degli altri Paesi, per questo ha dato fastidio ed è stato ammazzato.

Chi è Blaise Compaoré

Vecchio amico fraterno di Thomas Sankara, è complice degli assassini materiali dell’ex-presidente, che ha definito suoi compagni ed ha coperto lasciandoli tranquilli fino ad oggi.

E’ il primo beneficiario politico della morte di Thomas Sankara, ma fatto ben più grave, ha guidato il Burkina Faso in modo reazionario secondo la sua politica di "rettificazione", riportando il Paese nell’alveo dei piatti seguaci delle politiche di liberismo spinto e di distruzione sociale imposte dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e dai colonizzatori economici dell’Africa, in primis le reti occulte franco-africane.

Si può ipotizzare ad esempio che la politica sankarista di gestione dell’agricoltura mirante a una minima autosufficienza alimentare affrancandosi dalle produzioni destinate all’esportazione imposte dai neo-coloni avrebbe protetto una parte di africani dalle devastazioni prodotte oggi dall’aumento speculativo dei prezzi internazionali dei cereali.

Per quanto riguarda la politica estera, contrariamente alla politica sankarista di ricerca di alleanze regionali contro i poteri economici forti internazionali, Blaise Compaoré è riconosciuto da un rapporto dell’ONU del 2004 come organizzatore di traffici con l’UNITA che alimentavano la guerra civile in Angola, così come ha poi fatto con Charles Taylor nella lucrativa e creata ad arte guerra civile in Liberia e nel conflitto in Costa d’Avorio.

Blaise Compaoré ha ucciso uno dei sogni e delle speranze dell’Africa libera, rimettendo il suo Paese al servizio della grande finanza predatrice mondiale e di una ristretta élite sanguisuga, così come Mobutu ha fatto in Congo con Patrice Lumumba.

Cosa sta succedendo intorno a Blaise Compaoré

Per quanto peregrina possa sembrare questa ipotesi, ci sono segni non trascurabili della nascita di una campagna internazionale per proporre Blaise Compaoré al premio Nobel per la pace.

Un grave precedente è avvenuto il 15 maggio 2008 a Parigi, dove è stato elevato al rango di cavaliere dell’Ordine nazionale della Legion d’Onore (la più alta onoreficenza francese), il colonnello maggiore burkinabé Gilbert Diendjéré, capo di Stato Maggiore del reggimento della sicurezza presidenziale del presidente Blaise Compaoré, l’ufficiale che condusse il gruppo di fuoco che ha assassinato il presidente Thomas Sankara il pomeriggio del 15 ottobre 1987.

Nel 2006 è nata in Francia l’Associazione francese di amicizia franco-burkinabé (AFBF), presieduta da Guy Penne, massone alla testa delle reti occulte di sfruttamento franco-africano sotto Mitterrand, l’omologo di Jacques Foccart per il Generale De Gaulle.

Con lui ci sono nell’associazione diversi ex-ministri della cooperazione francese: l’ex dei servizi segreti e numero due del gruppo Bolloré (con enormi interessi in Africa) Michel Roussin, Jacques Godfrain (vicino a Foccart), Pierre-André Wiltzer e Charles Josselin.

In una riunione nel marzo 2007 tenuta al Circolo Repubblicano di Parigi, un membro dell’AFBF chiede alla classe politica francese di sostenere la loro proposta di attribuire il premio Nobel per la pace a Blaise Compaoré: "Dopo aver discusso dello stato della democrazia parlamentare, i membri e i simpatizzanti dell’Associazione Francia-Burkina si sono interessati all’implicazione del Burkina Faso nella risoluzione delle crisi regionali.

L’ex-Primo Ministro del Togo Edem Kodjo si è così sentito nell’"ardente obbligo" di rendere omaggio al presidente Compaoré per la sua mediazione nella crisi togolese.

Un altro membro dell’AFBF si è congratulato col presidente del Burkina per la sua implicazione nella soluzione della crisi ivoriana prima di chiedergli di occuparsi del dossier Darfour!

Un terzo ha chiesto espressamente alla classe politica francese di portare tutto il suo sostegno al presidente Compaoré ed ha lanciato un appello perché gli sia attribuito il premio Nobel per la pace." (http://www.sidwaya.bf/sidwaya_04-04-07/politique_4.htm)

Dopo gli ultimi avvenimenti nell’ONU, dove il Burkina Faso siede nel Consiglio di Sicurezza ed è scandalosamente membro del Comitato per i Diritti Umani, lo stesso che lo accusava di esazioni nel 2006, possiamo formulare l’ipotesi che la creazione dell’AFBF abbia dato il segnale per lanciare una vasta campagna in sostegno di Blaise Compaoré, con tutti i mezzi e le relazioni messi a disposizione dalla carriera diplomatica di molti membri dell’AFBF.

Possiamo pensare che l’attribuzione a Blaise Compaoré il 25 giugno prossimo a Firenze del Premio Galileo 2000 per la mediazione nei conflitti etnici e sociali sia il risultato di questa macchina diplomatica.

Leggi le reazioni qui http://thomassankara.net/?p=0600

 


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